Nell’opera “Prospettiva Quadraro (Qual è la libertà?)” di Ilaria Rossi si offre la testimonianza dura e sincera di un uomo che ha assistito a un crudele episodio accaduto durante il secondo conflitto mondiale; l’intento dell’autrice è stato quello di voler dare spazio a un racconto di vita che ci possa far ricordare l’importanza della libertà, un valore che a volte diamo per scontato e che invece, forse, è il più importante.
Lo abbiamo intuito durante la pandemia di Covid19, quando siamo stati costretti a restare in casa, a limitare i rapporti umani e a rinunciare a molti dei nostri privilegi di occidentali; lo ha compreso bene Francesco, il protagonista della storia narrata dall’autrice, che a nove anni ha visto con i suoi ingenui occhi di bambino le conseguenze di una guerra insensata, che ha mietuto troppe vittime innocenti.
«In questo racconto ci sono i frammenti di ricordi di un bambino di soli nove anni costretto a rinunciare alla sua infanzia, fatta di spensieratezza, seppur in periodo di guerra, e di apprendimenti nei vari contesti di vita; egli trova nella rabbia l’unica ‘benzina’ utile per affrontare i problemi e l’ingiustizia subita dal destino, che di colpo, gli ha fatto abbandonare i propri sogni di bambino».
Francesco ha assistito al vile rastrellamento di civili e partigiani nel quartiere romano del Quadraro, eseguito come vendetta dall’esercito tedesco: anche suo padre fu catturato e deportato ma riuscì a scappare buttandosi giù da uno dei treni della morte; sebbene il genitore tornò a casa, era ormai diventato l’ombra di sé stesso e la sua vista, in aggiunta alle barbarie sperimentate indirettamente, segnarono Francesco nel profondo.
Ilaria Rossi permette al suo protagonista di narrare del suo trauma, celato nel cuore e mai rivelato a nessuno, fino a quando sua nipote adolescente Laura non decide di aprire quella porta chiusa a chiave: nel delicato dialogo tra i due, dove c’è rispetto e comprensione, il dolore di Francesco può finalmente fluire libero, e allo stesso tempo Laura può verbalizzare il suo sconforto, dovuto alla sofferenza provata durante la quarantena. Laura non sa ancora dare un significato alla parola libertà, Francesco invece conosce il suo valore e lo insegna alla nipote; la giovane, invece, offre al nonno la possibilità di liberarsi di un peso troppo gravoso e di risolvere un conflitto interiore durato per più di cinquant’anni. Ilaria Rossi presenta un racconto emozionante, che ci ricorda che siamo tutti uguali nel nostro bisogno di sentirci amati, di sentirci protetti, di sentirci liberi.
Redazione