Fresco di stampa dalle Edizioni Le Assassine per la collana “Oltreconfine”, la collana che la casa editrice dedica alle scrittrici di gialli contemporanei, Echi del silenzio della scrittrice malese Chuah Guat Eng.
Quando nel 1970 la giovane studentessa Ai Lian deve lasciare la sua Malesia a causa delle sommosse razziali scoppiate l’anno precedente, la prospettiva di un futuro in Europa, a Monaco, doveva essere vicina all’Eden per qualunque studente malese.
La realtà, poi, si rivela meno radiosa di quanto sognato: difficoltà con la lingua, con gli usi e costumi europei, con la popolazione autoctona, con la certezza di essere stata etichettata come una traditrice per la nazione che ha deciso di lasciare. È nell’estate 1971, però, che Ai Lian incontra un giovane connazionale, anch’egli a Monaco per studiare: è Michael Templeton, musicologo, giunto in Germania con un programma di ricerca.
Tra i due emigrati malesi, in terra tedesca, scatterà l’amore. Per Ai Lian, soprattutto, poco pratica della vita, quella relazione sarà foriera di nuove scoperte:
“Lo amavo come l’argilla ama il vasaio, perché in un certo senso lui mi stava plasmando”.
Ritornata in Malesia per la morte del padre, Ai Lian inizierà un viaggio nei ricordi del passato, scoprendosi straniera nella propria terra, lontana da tutto ciò che il suo paese ha vissuto e continua a vivere.
Ma a sconvolgere il soggiorno – e qui comincia il giallo – sarà la misteriosa uccisione di Cynthia, il nuovo amore del padre di Michael Templeton, trovata uccisa non lontano da un campo di golf nella tenuta del compagno. Chiamato a indagare sull’omicidio della donna – che si scoprirà poi essere in attesa di un bambino – è l’ispettore Tajuddin della polizia di Kota Banir: si cerca l’arma, probabilmente una pistola dei Templeton, che ha squarciato il silenzio della notte.
Ma l’evento sarà seguito da altri misteri che avranno come luogo la residenza dei Templeton. Vicende che sconvolgeranno la vita della protagonista e che, nei salti temporali che Chuah Guat Eng fa tra giovinezza a maturità, faranno sentire la loro eco; misteri dei quali Ai Lian dovrà mettere a parte anche le nuove generazioni.
“E, sapendo quanto i miei genitori avessero condizionato la mia vita sociale e culturale con il loro silenzio, mi sono sentita obbligata a raccontarle la mia storia.”
Echi del silenzio è un romanzo che, oltre a tessere una robusta trama gialla, vicina in tal senso ai canoni del giallo occidentale, vuole essere anche una critica alla società chiusa della Malesia, alla limitazione delle libertà, all’oppressione delle minoranze, ai crimini lasciati insoluti che hanno segnato la storia dello stato del Sudest asiatico.