Il protagonista di Fuori onda, l’ultimo thriller di Giuseppe Mastrangelo (pubblicato da Santelli editore), è un giornalista televisivo molto noto colpito improvvisamente da una sorta di crisi mistica. Non riesce più a piegarsi al volere del dio denaro, a prostituire il suo pensiero come tanti suoi colleghi per una mercede più sostanziosa o una fascia oraria migliore. È combattuto e pieno di sensi di colpa per quello che ha fatto fino a questo punto della sua carriera. Una carriera memorabile o miserabile?
Sta seguendo un caso giudiziario molto intricato, un caso “sensazionale”: un’intera famiglia, proprietaria di una delle ultime banche private del Paese, è stata trovata uccisa in casa, nella periferia triestina; “una scena simile all’Helter Skelter californiano degli anni 60”. Una cosa che in Italia non si era mai vista”. Un caso in cui il giornalista di oggi deve buttarsi senza remore, come un avvoltoio, cercando lo scoop, tralasciando il rispetto per le persone coinvolte e il loro dolore.
“A me di questa cosa non fregava assolutamente niente. Avvertivo solo la noia brutale di seguire il caso in diretta, poi in studio, poi di nuovo in diretta, poi dagli inquirenti, poi ancora in studio, poi dai possibili testimoni. Poi in studio. Poi in diretta. Poi in studio. Poi in diretta. Poi in studio. E poi in diretta.”
Ora che la carriera giornalistica sta volgendo al termine, il protagonista vuole abbandonare quel nichilismo, quella totale insensibilità del giornalista che non deve guardare in faccia nessuno, mettendo da parte tatto e affetti personali. Vuole fuggire da quel processo diabolico di manipolazione e di occultamento, di cui è stato complice e che lo ha praticamente reso un robot.
Schifato e incapace di tollerare più quel mondo si chiede: “E se io invece mi ribellassi?”.
Le indagini sul massacro, che ha attirato nella città giuliana anche la stampa internazionale, diventeranno soltanto lo sfondo della vicenda che si incentrerà sulla autoanalisi in cui è il giornalista che sarà oggetto delle indagini, delle riflessioni, delle supposizioni proprie del mestiere, svolte con la consapevolezza che non siamo nessuno, che tutto quanto ottenuto è effimero e che l’unica destinazione possibile è l’oblio.
La scrittura di Giuseppe Mastrangelo, avvocato con alle spalle gli studi alla scuola di giornalismo dell’Università di Camerino, è schietta e diretta, critica e appena ironica sul sensazionalismo tipico del giornalismo di oggi. Fuori onda è una storia intensa e attualissima, ottima per aprire gli occhi e riflettere sulla comunicazione dei nostri nauseabondi tempi.