Che tu sia un ministro o un blogger, uno scrittore o un giornalista, lo strafalcione grammaticale è sempre in agguato e oggi o domani calerà sulla tua testa come una mannaia. Specie sul web, le cosiddette piazze virtuali, dove l’immediatezza non permette di concedersi quell’attimo in più di riflessione, quella rilettura che eviterebbe la figuraccia. Tanto vale, dunque, riderci su con Grammatica umoristica, il titolo del libro di Francesco Mercadante (pubblicato da Margana edizioni) che contiene tutti gli scivoloni più memorabili della storia recente e mette chiarezza su alcuni punti divenuti oscuri della nostra lingua.
Strafalcioni “saettanti e penetranti come schegge incandescenti” che proliferano senza soluzione di continuità nel mondo digitale e che Mercadante raccoglie in questo libro che bisogna definire parziale, ché la stagione delle gaffe non è certamente conclusa e la lista degli orrori è in continuo aggiornamento.
“I verbi, in Italia, sono assimilabili agli appalti del Ministero della Difesa: se ne percepisce l’esistenza in una forma indefinita, incompiuta e impalpabile, ma solo una ristretta cerchia di illuminati è in grado di parlarne.”
Cosa incontriamo tra le pagine di Grammatica umoristica? Una panoramica di sintassi macchinose, accenti e apostrofi improvvisati, concordanze e plurali balbettati con incertezza e, naturalmente, i famigerati congiuntivi di fantozziana memoria. Errori che sono andati a moltiplicarsi con l’ingresso nella nostra lingua, ahinoi, di anglicismi vari ed eventuali che hanno sostituito le italiche parole rendendone il raro utilizzo ancora più esitante.
Tanti i personaggi attuali e passati che fanno la loro poco onorevole comparsa nel volume. Come dimenticare le gaffe storiche, geografiche (Pinochet dittatore del Venezuela, per dirne una neppure tra le più eclatanti) e sui congiuntivi di un capo politico dei nostri giorni, già vicepresidente del consiglio, o i condizionali errati di un ex premier ora a capo di un nuovo partito inneggiante il Bel Paese alla cui lingua, spesso, ha infierito tremende pugnalate.
Francesco Mercadante è autore di un saggio ironico – corredato dagli scatti di Giò Vacirca – e di una corposa guida (oltre 340 pagine) sugli stupri della lingua italiana che vengono consumati quotidianamente che fa sì ridere, ma anche riflettere sull’appiattimento culturale della società contemporanea, figlio, probabilmente, dell’italianizzazione di massa di qualche decennio fa.