Di episodi e di stasimi – i canti del coro che caratterizzano l’antica tragedia greca – è scandito Il figlio del mare, il nuovo romanzo di Eliana Iorfida.
Una storia che si svolge in un arco di tempo lungo più di quarant’anni, dal 1981 fino al 2025. Passato, presente e futuro in un’opera (edita da Pellegrini) che comincia con una immagine: Calabria ionica, primi vagiti della nuova estate, una spiaggia notturna e una giovane ragazza che si risveglia con la sottanina imbrattata del suo sangue. In mano un velo da sposa.
“Le ultime tracce cremisi non volevano saperne di staccarsi dalla sottoveste: un’ampia chiazza si allargava al centro, punteggiata da schizzi più piccoli, a comporre la forma di una rosa in pampino.”
È una violenza quella che apre Il figlio del mare, una violenza che segnerà la vita di Bianca Faragò, ieri bambina oggi donna, una persona speciale che il mare ha deciso di prendere in sposa, rendendola unica.
“Addormentata tra le braccia di una marea feconda fino al mattino, risvegliandosi come sposa in fiore.”
L’autrice percorre la vita di Bianca – una “Lolita sull’orlo del baratro” –, raccontandone sogni e turbamenti e facendosi aiutare da alcuni protagonisti; tra i più preponderanti lo zio Palmiro, zio di nessuno e di tutti, uomo solitario quanto e più di Bianca, un pescatore dalla pelle cotta dal sole, rispettoso e affabile come possono essere soltanto gli uomini che vivono poco insieme ai loro simili.
Nella seconda parte del libro, la narrazione si sofferma sul 2018 quando Jonio, il frutto di quella misteriosa notte in spiaggia, deve far ritorno in Calabria, a quel mare al quale è legato da sentimenti di rabbia e amore, per via di una catapecchia lasciatagli in eredità dalla mamma scomparsa. Un ritorno alle origini che conserva inquietudine e malinconia, ma che aprirà la porta a risposte troppo a lungo attese.
“Jo si aspettava che il suo personale percorso iniziatico si concludesse allo stesso modo: trasformando il pezzo di legno che sentiva di essere stato fino a quel momento in un uomo inondato di verità.”
In quella terra di silenzi, sguardi furtivi e finali già scritti Jonio troverà la verità che merita? Riuscirà a scoprire il segreto nascosto tra le nebbie di una notte d’estate?
Ricca e segnata da una ispirata naturalezza, la scrittura di Eliana Iorfida si muove agile, avanti e indietro nel tempo, cruda in taluni passaggi e lungi da facili romanticherie. Il figlio del mare è una storia che richiama alle immagini e ai profumi dei grandi scrittori meridionali e alla collina e la vita semplice e ferina narrate da Pavese, ma è anche un romanzo venato da tinte oscure che tengono gli occhi del lettore incollati al libro, pagina dopo pagina, episodio dopo episodio.