Il romanzo è ambientato in una Berlino divisa in due: Berlino Ovest e Berlino Est. Sono gli anni della Guerra Fredda, vale a dire la contrapposizione politica, ma anche ideologica, che si creò dopo la Seconda guerra mondiale tra le due potenze principali emerse vincitrici dal conflitto: gli Stati Uniti d'America e l'Unione Sovietica.
Martin Krause, agente della Stasi, vive nella parte Est e dopo anni al servizio dei servizi segreti non ne può più delle continue violenze e menzogne del suo governo.
Un mattino viene incaricato dal compagno Wolf di occuparsi delle indagini sull’uccisione di Jula Ridel, appena venti anni, figlia di un membro del partito. L’omicidio, subito individuato come politico, ha avuto luogo in un posto simbolo: davanti l’ingresso del Memoriale dell’Armata Rossa.
“Di morti ne ho già visti tanti, ma il cadavere di questa ragazza fa impressione. Bionda, magra, gonna lunga e giaccone di lana grossa, è stata legata mani e piedi con del nastro adesivo. Lasciata in posizione fetale. Gli occhi spalancati. Sembra osservare il mondo con stupore, neanche fosse la prima volta. Non è così, le hanno asportato entrambe le palpebre. Non riesco a reggere il suo sguardo senza vita che indaga dentro di me come se volesse scoprire qualcosa di inconfessabile nel mio passato.”
Krause, stranito per aver ricevuto personalmente quell’incarico e turbato dalle dinamiche del brutale omicidio, comincia a indagare in un mondo del quale è stato protagonista ma che oramai lo soffoca. L’assassinio riaccenderà il suo intento già posto in essere: quella di andarsene definitivamente da quel luogo, scavalcare “il Muro della vergogna”, fuggire da quella prigione di centomila chilometri quadrati.
“Di colpo non mi sento idoneo al compito che mi sono imposto. Così evidente che è più grande di me. Troppe variabili, troppi possibili imprevisti, nessuna spia degna di questo nome si avventurerebbe in un’azione così sconclusionata. Altre vie non ci sono, ma ha quel pizzico di follia che si dice aiuti gli audaci. Non però i disperati.”
Il palazzo delle lacrime (il romanzo prende nome dal Tränenpalast, Palazzo delle lacrime in tedesco, un passaggio di frontiera tra Berlino Est e Berlino Ovest oggi diventato un museo) è una storia basata su una vicenda realmente accaduta.
Paolo Grugni, di cui ricordiamo varie pubblicazioni anche con Mondadori come Let it be, ci conduce in un noir che fa tenere il fiato sospeso e che funge da metafora di tutte le micro storie dimenticate che si sono consumate nella Berlino divisa dal muro.