Protagonista dell’opera è un immigrato africano, nato e cresciuto in una baraccopoli del Kenya, nel cuore del Terzo Mondo. Come tanti, orfano di genitori, ha la fortuna di incontrare un sacerdote italiano che lo educa alla bellezza.
Mi salvai grazie a un Medico di Emergency, P. B., abile a sottrarci alla pioggia di fuoco e celere nel portarci in una cellula di primo soccorso con bandiera italiana.
I sogni di trovare la pace del protagonista senza nome, un eroe simbolo per tutti, lo porteranno alla scelta di arrivare in Italia, quel luogo immaginato come l’Eldorado. Un luogo denso di odori e immagini che gli ricorderanno la terra di origine. Come spesso accade, però, i rosei sogni si scontreranno con la cupa realtà: nel Bel Paese, infatti, il protagonista proverà sulla sua pelle il disprezzo e l’emarginazione che gli uomini sanno riservare a chi è “diverso”. Sarà così che l’eroe del romanzo si troverà intrappolato nelle trame del caporalato, l’azione illegale per il reclutamento di manodopera molto diffusa in tutto il territorio nazionale.
Tra i coprotagonisti della storia Don D, un missionario salentino, “il missionario dei missionari” promotore di una visione terzomondista.
Tra le pagine dell’opera, sullo sfondo di una storia attuale e prossima, Annibale Gagliani racconta la violenza spietata degli sfruttatori che fa a botte con l’istinto di sopravvivenza degli ultimi che lottano per un futuro migliore. Un libro forte, come preannuncia l’immagine di copertina tratta da una fotografia di Massimo Bietti, fotoreporter premiato dal National Geographic, che mostra lo sguardo di ghiaccio di un bambino, impaurito ma allo stesso tempo tenace, fiducioso in un futuro migliore. Romanzo caporale è un romanzo che apre la mente e i cuori, “accende una luce dove prevale il buio dell’egoismo e della diffidenza” e smuove la coltre di indifferenza fino alla conclusione che lascerà un gusto amaro.