La scrittrice messinese Nadia Terranova, già finalista al Premio Strega con il fortunatissimo Addio fantasmi, compone un diadema di storie d’amore ambientate nella sua città di adozione: Roma. Il titolo dell’opera è Come una storia d’amore.
Quello edito da Giulio Perrone è un lavoro segnato dalla ricerca della felicità, quella sensazione impalpabile, fugace che spesso ci scivola via quando crediamo di averla tra le mani, che non ama farsi catturare con facilità e dà vita all’eterna battaglia che, in fin dei conti, è il tema centrale della vita, il fine ultimo delle nostre esistenze.
Le dieci brevi storie contenute nel volume si svolgono in vari punti della Capitale, lontana per una volta dagli stereotipi trasmessi da televisione e letteratura; tra i più preponderanti, seppur non dichiarato in maniera esplicita, il Pigneto, il quartiere (impropriamente) giovane di Roma est, la zona “in” – come si soleva dire nel secolo scorso – delle notti romane.
La città c’era prima di te e ci sarà dopo di te, il tuo passaggio le è stato lieve.
Protagoniste delle “dieci giornate” della Terranova – oltre alla città di Roma che a ben vedere potrebbe essere l’undicesima protagonista – sono dieci donne della più variegata natura umana: studentesse fuorisede, donne di malaffare, immigrate, tutte a saettare tra i vicoli di una Roma così grande e così popolare, tentacolare e a portata di mano, dolce e ostile, in cerca di un equilibrio e un senso di sé.
Appena selezionata tra i candidati al prestigioso Premio Viareggio-Rèpaci (sezione narrativa), con Come una storia d’amore Nadia Terranova ci guida tra gli intrecci di una città innamorata dove tutto, secondo la filosofia volterriana, non può che volgere “necessariamente per il miglior fine”.