Quando termina l’adolescenza e comincia l’età adulta? Quando uno sguardo può essere inteso come innocente e quando si trasforma in sensuale? Perché i giovani sognano di diventare grandi dimenticando i demoni che tormentano il mondo degli adulti?
Sono dei ragazzi i protagonisti de I bagnanti, il primo romanzo di Rocco Anelli edito da Les Flâneurs. Ci sono il Riccio, il Pugile, Mezzalira, il Cane, Anguilla, il Macedone, la Pizia: dieci ragazzi a metà strada tra la spensierata adolescenza e la pensierosa età adulta e decisi a superare presto questa soglia invisibile ed enigmatica; giovani pieni di capelli, atletici, indolenti, impavidi e ingenui:
“Il gruppo di dieci ragazzini, più o meno coetanei, solitamente si radunava nel boschetto, ma ogni volta il gioco si tramutava in qualcosa di più, un’occasione per dimostrare la propria virilità, rinnegare l’appellativo di ragazzo e conquistare il titolo di uomo”.
Un “catalogo di stramberie” unito dal tema comune che è quello della sessualità:
“Tre donne avanzavano accaldate verso la fontana. Tra di loro, la più grande, una bella donna formosa dai capelli scuri e la pelle pallida, si distingueva per il portamento e per l’aspetto. [&230;] si alzò leggermente il vestito e riprese a camminare. Le gambe erano belle, come le avevano ripetuto innumerevoli volte uomini e ragazzini a cui aveva elargito amore in cambio di denaro”.
Il romanzo è corredato da molte foto a colori e si rifà nei titoli dei capitoletti che lo compongono a molte opere d’arte come la Paolina Borghese Bonaparte come Venere Vincitrice di Antonio Canova, il Ratto delle Sabine di Giambologna, Scena d’estate di Jean-Frédéric Bazille e Bagnanti di Paul Cézanne, l’opera dalla quale il lavoro di Rocco Anelli prende il prestito il nome. Oltre a questi, nel volume si incontrano molti altri riferimenti artistici che sono meno evidenti al grande pubblico, ma che stuzzicheranno, come una sfida tra autore e lettore, la mente più fine.
Un romanzo erotico-artistico, un’opera estetica “che unisce le storie di statue, dipinti e affreschi in un’unica narrativa” e che il giovanissimo Rocco Anelli (classe ’98), già autore di musiche per film e maestro in canto lirico, realizza con molta cura delle descrizioni dei paesaggi e delle atmosfere:
“L’assordante schiamazzo delle cicale si levava per l’aria infuocata e, trasportato dal vento sino al sottobosco ombroso, giungeva attutito in lontananza lo scorrere vivace di un ruscello che strisciava fra gli stretti argini verdeggianti”.
Data la giovane età dell’autore ci permettiamo anche qualche osservazione sul suo stile. Tralasciando la ottima proprietà di linguaggio manifesta fin già dalle prime pagine, lo spirito fresco dell’opera non ha dato al lettore una impressione di acerbità che potrebbe anche essere lecita, tanto che lo stesso lettore è venuto a conoscenza dei dati anagrafici di Rocco Anelli soltanto posteriormente alla lettura del romanzo, non accorgendosene affatto prima.
Ne I bagnanti, poi, l’autore non cede alle sirene del turpiloquio tanto di moda, ahinoi, nella nuovissima narrativa italiana – sia negli esordienti sia negli scrittori già affermati su scala nazionale – e questa compostezza non può che essere gradita al lettore di buon gusto.