«L’intenzione era esattamente quella, sì, mettere al centro del racconto un’unica celebre vicenda che ha toccato chiunque come la pandemia, per poi farci ruotare lentamente attorno un serio approfondimento sui più grandi problemi della nostra società moderna, parlo di guai che uniscono indistintamente tutti ma che paiono dilatarsi senza regredire e malgrado la sola volontà di opporsi potrebbe invece essere decisiva. Avviene veramente così in troppe circostanze. Questi mali esplosivi che sembra non allettino nessuno persino mentre crescono, prima si accostano cauti a una normalità nel quale adattarsi, poi una volta inseriti spaventano soltanto quando si è già rilevato l’incidente. Insomma, se mai ci fosse ancora una speranza, elaborare questa stampa è quindi stato un modo alternativo per svegliare i pigri e aprire le meningi di un paese ormai scritto con la “P” minuscola».
“Xavon. Il ragazzo non vaccinato. Esistenza stravolta” di Alan Paccagnella è un libro che alcuni definirebbero scomodo; l’autore utilizza infatti la prospettiva di un no-vax per raccontare il periodo pandemico dal punto di vista di chi non ha voluto cedere ai dettami del governo. Un’opera di denuncia, in cui si narra la storia di Xavon, un giovane neopapà che si ritrova smarrito di fronte a un virus che non comprende, e che gli provoca un grande timore; per lui la campagna vaccinale è ancora più controversa del virus stesso, e così decide di non vaccinarsi.
Tanti sono i problemi che seguono alla sua radicale decisione: innanzitutto Xavon perde il lavoro, e con un bambino appena nato è praticamente una tragedia; egli però non si arrende, e decide di utilizzare quel tempo libero per fare indagini personali sui vaccini, le quali diventano il centro della sua vita. Le sue ricerche lo conducono verso verità scottanti, alle quali però nessuno è interessato; Xavon prova a contattare i giornali, a scrivere sui social network ma viene ignorato o bloccato.
Egli scova anche dei segreti che coinvolgono la figlia di un politico importante, la quale sembra legata alle case farmaceutiche in modi poco trasparenti; purtroppo, però, tutti, anche i suoi famigliari, lo considerano ormai un folle, e queste incomprensioni conducono il giovane verso un grave annientamento mentale. Ossessione, depressione e ipocondria diventano le sue malattie: lui che voleva sfuggire al virus ha trovato delle patologie molto più letali; Alan Paccagnella racconta della discesa nell’alienazione del suo protagonista, il quale dovrà far ricorso a tutte le sue forze morali per riacquistare lucidità. È una storia angosciante, a tratti distopica, che potrà suscitare consensi così come disapprovazione.
Redazione